
Domenica pomeriggio. Tempo nebbioso, qualche brandello di nuvole su in alto, la ciclabile è umida e scivolosa per le foglie cadute e stratificate al suolo.
Si incrociano poche persone: un paio di signore con il cane a guinzaglio; una coppia di pensionati con un sacchetto ( funghi? castagne?); due bambini in bicicletta che, a causa del fondo strada sdrucciolevole, capitombolano in un punto a rischio, fortunatamente senza conseguenze. Qualche runner che si cronometra, in vista di altre peformances; due fidanzatini, mano nella mano.
La galleria li inghiotte dopo la sua automatica accensione di fanali.
Quando si arriva alla Statale 233, la prima, sgradita, sorpresa: il cancello di sbarramento giace divelto per metà, a fianco del percorso.
Attraversare qui è sempre problematico: le auto mordono la salita verso l'alto, sfrecciano in discesa verso il basso. Il sito non si presta all'installazione di un semaforo a chiamata, così vicino al tornante e poco visibile dalle due direzioni.
La realizzazione del passaggio pedonale a fianco della strada rende finalmente sicuro l'accesso al Parco dell'Argentera, una risorsa ambientale mai abbastanza valorizzata.
Fra gli alti faggi, già in parte spogli, altre amare sorprese: i contenitori dei rifiuti non sono stati svuotati e il loro sgradevole contenuto giace sparso all'intorno in grande quantità ( animali? vandali?); pochi i lampioni superstiti: sostegni curvi e diffusori infranti ne fanno gli elementi di una squallida scenografia. I ponticelli che collegavano le due sponde del torrente sono spariti, uno sfacciato sbarramento in plastica ferocemente arancione ci avvisa che il sito è precluso ai non addetti al lavoro.
Non si scorgono tracce di un cantiere in attività, per quanto in sospesione per la giornata festiva.
Solo un'aria di abbandono e di rinuncia. E' la manutenzione della proprietà pubblica il vero tallone d'Achille di tutte le Amministrazioni locali.
Prendiamone dolorosamente atto.
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