Mi sono trovata, buon'ultima, coinvolta in un'accesa discussione sul Forum di Vecchia Valganna, in merito alla proposta di Legge d'iniziativa popolare e alla conseguente opportunità di raccogliere le firme necessarie.
Premetto che, quando la discussione è aperta e rispettosa delle opinioni altrui, mi trova sempre consenziente: il grave è lasciare andare le cose come vanno, senza prendere posizione, perchè tanto... E' il modo che si augura chi non desidera che si disturbi il manovratore: il sassolino nell'ingranaggio, invece, è quel che serve per la riflessione costruttiva.
Ho "postato" le mie osservazioni dalle colonne del Forum, ma non ho nessuna difficoltà a riproporle qui, nel caso che , per qualche motivo che mi sfugge, il precedente intervento non fosse andato a buon fine.
Mi scuso per l'inevitabile rozzezza della sintesi, ma mi pare che i frequentatori del Forum obiettino soprattutto su alcuni dei punti riassunti nel pieghevole distribuito da Legambiente:
1- che il suolo sia un bene "comune e indisponibile"
2- che la compensazione preventiva sia un'estorsione ai danni dei privati cittadini
3- che il provvedimento favorirebbe gli speculatori e danneggerebe i privati.
Al di là delle espressioni burocratiche, sulle quali avrei anch'io le mie perplessità, penso di poter affermare, in linea con i principi sottesi agli scopi di Legambiente, che la prima dichiarazione è tutt'altro che una reminescenza vetero-comunista( anche se, a titolo puramente personale, non lo ritengo un insulto) ma l'affermazione di un principio importante: il suolo, inteso come terreno utile alla sopravvivenza della specie umana, non ci "appartiene" ma ci viene affidato in custodia, come eredità che riceviamo dai nostri padri e che abbiamo il dovere di trasmettere ai nostri figli, almeno con le stesse possibilità di sostentamento delle quali abbiamo potuto giovarci fino ad ora. Si obietterà: allora perchè non dire così? Non sono io l'autore dello script, ma immagino che la forma di slogan sia parsa la più incisiva, anche se, decisamente, più criptica ed ellittica.
Sull'affermazione della negatività del principio della compensazione preventiva mi permetto di dissentire: per troppo tempo abbiamo tollerato il proliferare di costruzioni e infrastrutture a macchia d'olio, in barba alle regole e nel più assoluto sfruttamento selvaggio; abbiamo cementificato tutto il possibile, ritenendo che su questo si giocassero le nostre possibilità di un futuro migliore.
Abbiamo lasciato che ci avvelenassero l'acqua ( vedi post precedente), che ci sporcassero l'aria e ci togliessero la terra da sotto i piedi: mi stupisce che i frequentatori di Forum Valganna, così attenti alla conservazione dell'identità culturale locale, della storia e dei paesaggi,non riescano ad andare oltre le espressioni giuridiche , per intuire quale sia la portata di questo principio: conservare almeno il doppio di quanto si è costretti a consumare, in forma di terreno agricolo, o di parco o di area attrezzata che NON dovrà essere modificata per almeno 99 anni. Nulla vieta che tali areee siano affidate alla cura degli eventuali agricoltori o dei privati. Quanto alla paventata trascuratezza della mano pubblica, mi permetto di osservare che la manutenzione di aree pubbliche è affidata da sempre alla cura dei cittadini...e quindi a noi, in buona sostanza, perchè il Comune o la Provincia o lo Stato siamo noi, coi nostri pregi e i nostri difetti.
L'amministrazione della cosa pubblica è delegata ai politici che ci rappresentano, o almeno che rappresentano la maggioranza democratica della popolazione, se abbiamo così scarsa fiducia nelle persone che eleggiamo, tanto da paventare la loro collusione con chi ci danneggia e ci sfrutta, forse c'è qualcosa che dovremmo ripensare nelle nostre scelte, o no? Ritengo che sarebbe utile, per ciascuno di noi, riflettere sulle parole con le quali Rabindrath Tagore si riferiva ai figli:
"... vengono attraverso di noi, ma non sono nostri,
sono le frecce scagliate dal nostro arco
che abiteranno le stanze del futuro
nelle quali non ci sarà dato mai d'entrare..."
E' a quelle stanze che, io penso, vorremmo garantire un minimo di spazio preservato, sia esso agricolo per la sopravvivenza o estetico per la bellezza o naturale per la biodiversità.
Tutto il resto può essere interpretato, modificato o negoziato... ma il principio di fondo rimane valido.
2 commenti:
ti sei imbattuta nel neo-liberismo estremo . Stiamo attenti a non sottovalutare la radicalita' di questa ideologia. La sua ostilita' verso gli amministratori non e' solo mancanza di fiducia negli individui; e' soprattutto la negazione *di principio* che una istituzione possa essere deputata a gestire i beni altrui.
A voler ben guardare, a me pare l'anarchia eletta a sistema... senza nemmeno quell'afflato "comunardo" (visto che comunista è ormai passato definitivamente nella categoria degli insulti, a quanto si sente!)che giustificava i rivoluzionari del pasato.
Questa posizione presuppone *la villetta con giardino*, possibilmente *esente da oneri sociali e tasse annesse...* e *io mi faccio i c... miei, voi fatevi i vostri...*. La cosa che mi atterrisce è che , alla maggior (?) parte delle persone sembra legittimo e sensato. Boh!
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