venerdì 24 aprile 2009

IL DIRITTO AL DISSENSO


Mala tempora currunt!( Tira una brutta aria!) Così imprecavano i padri coscritti, quando le vicende politiche dell'antica Roma viravano verso la deriva cesaristica, vanificando le prerogative delle strutture repubblicane.
Ai tempi nostri, spulciando fra le pieghe dei Decreti o dei Disegni Di Legge, si avverte ancora questa corrente gelata, questa sottile deriva che cerca di sterilizzare la partecipazione civile, contrabbandando la spasmodica sete di autocrazia, che presuppone un singolare concetto di efficienza,come contrasto all'egoismo territoriale. Con la pretesa di azzerare il diritto "ad agire in difesa dei propri diritti ed interessi legittimi" garantito dalla vigente Costituzione, si procede col populismo più scoperto, invocando un "bene superiore" di cui, in realtà, si è pronti a fare carta straccia non appena l'opinione pubblica sembri volgere verso altri obiettivi.
La proposta di Legge 2271 va esattamente in questa direzione: presentata in sordina, con due brevi aggiunte ad una legge del 1986, in realtà prevede il deterrente di risarcimenti miliardari per tutti coloro che , opponendosi alla realizzazione di opere pubbliche, vedano rigettati i propri ricorsi dai TAR a cui si rivolgono.
Quindi non solo le spese processuali, come va di norma, ma anche un risarcimento per l'eventuale danno causato, e non solo in caso che si agisca "in mala fede o colpa grave", ma anche se il ricorso dovesse essere ricusato per ragioni procedurali. Con queste premesse, quale privato cittadino e, soprattutto, quale Associazione di Consumatori o Ambientalista oserà opporsi agli eventuali abusi o alle sconsiderate colate di cemento che continuamente ci minacciano? L'insorgere di Legambiente, Italia Nostra, WWF e di tutti coloro che, nel corso di questa o altre legislature hanno difeso il territorio, vuole richiamare all'attenzione di tutti questo rischio: consentendo di mettere delle catene (concrete e psicologiche)all'azione delle Associazioni, impedendo di fatto l'espletamento del loro ruolo civico, si concederà anche alle imprese più fantascientifiche e spericolate di devastare ulteriormente il nostro territorio.

2 commenti:

Renato ha detto...

In Svizzera, mi sembra lo scorso anno, gli elettori tramite un quesito referendario, hanno deciso di conservare=mantenere il diritto delle associazioni ambientaliste di presentare ricorsi contro progetti edilizi ()pubblici o privati) ritenuti dannosi per l'ambiente.

Ovvwero, la Svizzera, è un'altro mondo, anche frequentato da turisti italiani danarosi (magari gli stessi parlamentarucoli che hanno fatto questa pensata), che ne apprezzano il paesaggio e la sua cura.

Ovvero, ancora, quanto siamo italiani pirla (per colpa di una parte, compreso chi ci governa)!!!

Mulo

mile.na.be ha detto...

Bene, per sottolineare quanto giustamente riferito da Renato, richiamo l'attenzione sul teatrino che ha preceduto la determinazione della data del Referendm sulla modifica del premio di maggioranza della legge elettorale, definita Porcellum... la preoccupazione principale non è stata" avremo ragione o torto" ma " cerchiamo di non arrivare al quorum"!
Cioè: l'unico vero strumento di sovranità popolare viene evirato alla nascita, per non disturbare i manovratori.
Questo è inaccettabile, sia che si sia a favore che contro le proposte referendarie. Svizzera docet, ancora una volta, altro che federalismo "di facciata" in salsa nostrana!