sabato 28 febbraio 2009

Quando si dice il caso...

Per qualche a me ignota ragione il post "Cosa succede in città", che intendeva introdurre nel nostro blog il motivo del risveglio della coscienza civile, ha suscitato l'esternazione di Pietro Sindaco, che lo ha interpretato come un rinnovato (?) tentativo di andare allo scontro con la sua amministrazione. Ritengo utile chiarire meglio il senso di quell'intervento, dal momento che la politica dello scontro non mi appartiene, come sa benissimo chi mi conosce almeno un po'.
Dunque è opportuno fare il punto su ciò che veniva enunciato, sottoforma di "lungo preambolo" nel testo:
1- che è opportuno comunicare e condividere le scelte che interessano la cosa pubblica, che è bene comune e indisponibile, prima che si operino gli interventi e non dopo, quando le obiezioni eventuali divengono sterile polemica;
2- che è dovere civico di ciascuno vigilare sulla cosa pubblica, segnatamente da parte di chi per ciò viene investito dalla volontà popolare, sia essa maggioritaria , ma ancor più se sia minoritaria, per gli ovvi motivi delle regole democratiche;
3- che il delegare continuamente, a Legambiente o chi per essa,tale compito, induce alla morte della coscienza civica di ciascuno, perchè induce a pensare che ci sarà sempre chi che se ne prenderà carico, salvo dubitare che lo faccia per motivi personali e/ o non del tutto trasparenti;
4- che gli eventi riferiti a mo' di esempio (il taglio delle vegetazione rivierasca e la fuoriuscita di liquami sul lungolago), al di là dell'incontrovertibile realtà contingente, sono paradigmatici per dimostrare quanto sia facile vanificare con esiti nefasti,gli sforzi, anche virtuosi, che vengono posti in essere da varie agenzie per la salvaguardia dell'ambiente;
5- che Legambiente non ha alcun potere reale, salvo il compito statutario di pungolare le coscienze e sollecitare il cambiamento dei comportamenti di tutti, anche, ma non solo, dei cittadini, per tentare di limitare i danni già inferti allo sventurato pianeta che ci ospita.
Se questa può essere interpretata come "volontà di scontro" lo lascio giudicare all'obiettività del lettore; per parte nostra lo riteniamo un tentativo, magari equivocabile (?) o poco efficace, di sollecitare la partecipazione attiva e responsabile di tutti alla cura del bene comune.
Chi ci segue da qualche tempo sa che abbiamo una vasta antologia di favole antiche dalle quali trarre una morale: si narra di una volpe che, avendo perso la coda, non trovò di meglio che farsene una... di paglia.

PS. Gli scarichi diretti a lago, abusivi o non censiti, non costituiscono caso di urgenza altrettanto grave dell'ipotetica marcescenza di salici, cornioli e altre essenze,apparentemente in decente stato vegetativo, almeno agli occhi di un profano come me? Questo non implicherebbe un provvedimento d'urgenza, almeno altrettanto drastico?

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