lunedì 26 gennaio 2009

Cosa c'è di nuovo sotto il sole


Nel corso della lunghissima storia della Terra si sono succeduti innumerevoli episodi di raffreddamento e di riscaldamento: i più noti rimangono le glaciazioni, di cui tutti ricordiamo il ciclico estendersi e ritirarsi dei ghiacciai, che hanno modellato il nostro paesaggio.
Meno diffusa è la conoscenza del global warming, il riscaldamento globale, che colpì il pianeta 250 milioni di anni fa, durante il paleozoico, nel perido definito Permiano.
Fu una catastrofe immane, che non solo determinò la scomparsa del 95% delle specie viventi, ma che lasciò appesa ad un filo la sopravvivenza di quelle superstiti per altri duemila anni. A differenza dell'effetto serra attuale, a cui andiamo incontro per nostra responsabilità umana,senza praticamente fare nulla per scongiurarlo, quell'evento fu causato da un'eruzione vulcanica che sprigionò nell'aria trilioni di tonnellate di anidride carbonica.
Questa straordinaria emissione provocò un innalzamento di 5°C nella temperatura media globale, che determinò, a sua volta, la fuoruscita di enormi quantità di metano dai fondi oceanici, per putrefazione della vegetazione marina.
Effetto conseguente del metano, venticinque volte più potente dell'anidride carbonica come gas serra, fu l'innalzamento di altri 5°C nella temperatura terrestre: una reazione a catena che, una volta innescata, non potè essere interrotta e portò alle disastrose conclusioni che abbiamo descritto.
Se una catastrofe simile dovesse ripetersi, non potremmo imputarla ad un capriccio della natura: posto che qualcuno della specie umana potesse sopravvivere, non avrebbe che da esecrare il modo disastroso e suicida con il quale abusiamo delle risorse del pianeta. Nessuno potrà giustificarsi, invocando l'ignoranza delle conseguenze dell'attuale comportamento, perchè tutti sappiamo come sta accadendo e perchè stia accadendo.
L'unica speranza di scongiurare il disastro è cambiare da subito i nostri comportamenti, rinunciando a qualche comodità e affrontando, magari, qualche sacrificio: se è vero, com'è vero, che il tempo che ci resta, prima del punto di non ritorno,si misura in anni , mesi e giorni e non in ere geologiche.

( basato su un articolo di Zygmunt Bauman. Lettere da un mondo liquido- D)

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