
PUBBLICATO SU 29 APRILE 2013
Pubblichiamo doverosamente la lettera che Luisa Broggini e Massimo Crugnola hanno scritto a Varese News, in risposta alle parole, a nostro giudizio, insensate, rivolte da Pasquale Gervasini all’agricoltura biologica e al km 0, nella premessa all’assemblea di Confagricoltura (http://www3.varesenews.it/varese/gervasini-l-agricoltura-non-e-ne-il-chilometro-zero-ne-l-orto-dei-pensionati-261531.html).
Gentile direttore,
27/04/2013
Le premesse all’assemblea di Confagricoltura spiegate da Pasquale Gervasini, così caustiche nei confronti dell’agricoltura biologica, della vendita diretta, ci spingono a qualche considerazione.
Ci stupisce essere indicata come “causa dei mali” quell’agricoltura contadina che in tempi di crisi è un vero e proprio laboratorio per una nuova modalità di lavoro possibile; quell’agricoltura contadina che ha portato ad un aumento di occupazione nel settore primario con una molteplicità di funzioni: prima di tutto produrre cibo.
Siamo agricoltori biologici a Calcinate del Pesce. Tre ettari di orto con vendita diretta. Quattro redditi derivati dal lavoro nei campi e da un integrazione con lavori forestali e ambientali.
Vendita diretta a un pubblico alla ricerca di cibi buoni, sani e nutrienti, un pubblico che cerca una relazione con chi produce.
Abbiamo cercato di fare riferimento in questi anni ai valori dell’agricoltura contadina: fertilità del terreno, scelta di razze e specie adatte all’ambiente, tutela del territorio, autonomia e interdipendenza. Autonomia significa avere un numero di animali proporzionato ai terreni da cui trarre il loro sostentamento, significa fare il formaggio con il proprio latte, significa usare il letame per concimare l’orto, proporre la verdura di stagione finchè c’è, poi basta. Questa è l’autonomia agricola.
La stagione dell’agricoltura industriale è messa in crisi da tempo. Perdita di fertilità, compattamento dei suoli, inquinamento, monotonia del paesaggio agrario, insicurezza alimentare, l’uso immorale di suoli agricoli per la produzione di mais da energia, insostenibilità sociale , ambientale ed economica di un modello di allevamento che prevede l’approvvigionamento di materie prime dai paesi del sud del mondo.
L’agricoltura non è solo un fatto di tradizione, è un fatto di cultura, di memoria, di attenzione, si sobrietà contro lo spreco insostenibile di cibo, di diversità: diversità gastronomica che, in Italia soprattutto, prevede una diversità agricola.
Agricoltura è anche necessità di reddito che premi finalmente la fatica e non il profitto di chi specula.
Massimo Crugnola, Luisa Broggini Ortobiobroggini – Varese
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