
...è davvero sempre più verde? detto da noi, il vecchio adagio ha, sicuramente, una valenza anche più pregnante. Sarà vero che quel che ciò che si fa, si dice o si vede oltre frontiera in fatto di ambiente, è meglio assai di quel che si dice, si fa o si pensa al di qua di questa linea immaginaria che ci separa dal Ticino?
Questa mattina abbiamo incontrato due rappresentanti del Consiglio di Stato del Ticino;il motivo che ci ha spinto all'incontro, organizzato da due Consiglieri Comunali di Porto Ceresio, è sempre quello tante volte dibattuto anche su questo blog: lo stato di salute del lago di Lugano e le nostre responsabilità su questa situazione ( in quanto sponda italiana).
Sono ormai diversi anni che Legambiente segnala preoccupanti anomalie nella gestione degli scarichi e degli sfioratori che periodicamente immettono liquami direttamente a lago, soprattutto in concomitanza con stazioni di sollevamento, o scaricano nei corsi d'acqua che, a loro volta, convogliano alla foce il carico di inquinanti sia biologici che chimici, originati dagli scarichi domestici.
Quasi sempre il risultato delle nostre rilevazioni è stato contestato, confutandolo con contro-deduzioni ricavate da analisi di altri enti, segnatamente delle varie ASL, che recentemente hanno "amnistiato" le nostre acque, dichiarandole balneabili , anche in grazia dei più permissivi parametri adottati dalle Regione Lombardia, per altro in linea con le indicazioni della CE.
Sta di fatto che nella vicina Confederazione non sono molto convinti della perfezione delle nostre pratiche di depurazione e ne danno ampia pubblicità, su giornali più o meno istituzionali e con interrogazioni presso gli organi di Governo.
Dal nostro incontro di stamani, molto cordiale e collaborativo, abbiamo ricavato alcune deduzioni: la prima è che oltre confine il problema dell'inquinamento lacustre è molto sentito; la seconda è che, a differenza di molti amministratori italiani di vario livello burocratico, i vicini Ticinesi non intendono limitarsi alle segnalazioni o alle minimizzazioni, ma vogliono seriamente porvi un rimedio; la terza è che, proprio da parte italiana, non è stata riscontrata nessuna volontà , non si dice di risolvere, ma nemmeno di affrontare il problema, convinti, come pare, che questa dell'inquinamento sia una paranoica invenzione di Legambiente e di qualche altro facinoroso contestatore.
Documenti alla mano, abbiamo certificato che,almeno da parte nostra e di alcuni cittadini di Porto Ceresio, il problema non è stato né taciuto né sottovalutato e che solo un incomprensibile immobilismo delle istituzioni ha creato questa assurda situazione in cui una parte ( noi, i cittadini di Porto Ceresio e Ponte Tresa e gli Svizzeri) denuncia un inquinamento colpevole e insopportabilmente sottostimato, e l'altra ( Comuni, Comunità Montana e Asl) si straccia le vesti gridando al complotto, alla strumentalizzazione, alla calunnia.
Insieme si è convenuto che il primo passo debba essere quello di obbligare gli Enti sopraddetti a riconoscere l'esistenza di un problema di depurazione e di inquinamento, a Porto e anche in altri comuni rivieraschi, Lavena Ponte Tresa inclusa;
solo dopo aver fissato questo punto con una consapevolezza comune, si potrà passare alla discussione dei possibili correttivi e, ancora successivamente, alla determinazione degli interventi e al reperimento dei fondi necessari per attuarli.
I Consiglieri Svizzeri hanno garantito una dura iniziativa da parte del Consiglio di Stato e del consiglio Federale per obbligare la controparte italiana a farsi carico di questo importante imperativo per la salubrità delle acque e, ovviamente, per una migliore qualità della depurazione.
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