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venerdì 22 marzo 2013
Furbacchioni e furbetti
Lettera aperta di Una furbacchiona d’adozione
Milena NasiBenetti
Egregio signor Sindaco,
faccio parte, sia pure da poco tempo e solo in ragione della comproprietà indivisa di un paio di metri quadrati, della schiera dei “furbacchioni,” come lei ha elegantemente chiosato nel corso della presentazione del Piano di Governo del Territorio, che negli ultimi venti o trent’anni si sono proditoriamente insignoriti di qualche metro del prezioso litorale del nostro comune, a suo dire, recintandolo con siepi e cancelli che ne sbarrano, con protervia, l’accesso a tutti i Lavenesi assetati di natura e di bellezza.
Poco importa se questi stessi mariuoli, almeno per quanto figura nei mappali del catasto, legalmente abbiano acquistato il terreno che viene ora contestato per fini umanitari, e ancor meno importa che, per questi venti o trent’anni, abbiano diligentemente pagato le concessioni demaniali, in ragione di qualche migliaio di euro l’anno, né può costituire titolo di merito l’aver speso, di propria tasca, altre migliaia di euro per mantenere decorosamente curato e pulito un lungo tratto di quello stesso terreno demaniale che ora diventa imprescindibile per avviare le meravigliose sorti e progressive del nostro turismo.
La lungimiranza dei nostri solerti amministratori non ha riservato alla pubblica balneazione neanche un centimetro delle coste del Ceresio: come non sanzionare, perciò, separando i loro spazi verdi dal lago al quale si avvicinano, questi scaltri alemanni che si sono allestite e pagate in proprio delle semplici strutture, come una faraonica passerella in legno ( che paga concessione al demanio) e una mega zattera da diporto, di cinque o sei metri quadrati ( anche questa debitamente tassata) ?
Come condannare i giovani e meno giovani frequentatori abusivi di quello stesso spazio, dichiaratamente privato, che profittando dell’accesso demaniale, lasciato sempre e comunque agibile, si introducono nel privato eden di tali furbetti, divelgono gli arbusti, strappano e sconciano le piante, seminano rifiuti di ogni genere, per poi replicare villanamente se li si invita, NON ad andarsene, come pure sembrerebbe logico, ma a rispettare il luogo e le persone presenti senza urlare o prendere a calci un pallone?
Il tratto di strada provinciale che costeggia questo “paradiso perduto” pare che solo per la perfidia dei proprietari limitrofi sia fiancheggiato da siepi verdi e non abbandonato ai rovi, alle erbacce e ai numerosi sacchetti di immondizia che, al contrario, ornano con grazia il resto del tracciato fino alle soglie dei Crotti, che di per sè ne aumentano il decoro con la lunga teoria delle auto in sosta a bordo della carreggiata.
La ferma volontà di “restituire questo tratto di paese al godimento dei cittadini” , come è stato pomposamente dichiarato, avrà come risultato finale quello di portare altri sacchetti di immondizia o rifiuti anche più imbarazzanti fin nel cuore dell’ultima oasi naturale, o quasi, che ci resta. Questo non impedirà a Lei o ad altri benpensanti, di ritenere che sia un piccolo prezzo da pagare, pur di rimettere al loro posto questi spocchiosi villeggianti -tra l’altro gli unici turisti veramente “stanziali”- che danno lavoro ai sopraddetti Crotti, ai negozi di Ponte Tresa, ad artigiani e giardinieri e alle altre imprese commerciali sul territorio.
Ignoro se questa Sua iniziativa avrà come risultato finale la rinuncia di molti di questi “furbacchioni” a venire in vacanza a Lavena, dove, come Lei sa, doverosamente pagano comunque Imu e quante altre tasse e tariffe il Comune impone, pagando profumatamente ( perdoni l’ironia) anche la metà dell’impianto di fognatura che nessuno dei solerti suoi predecessori ha mai costruito, pur avendo preteso la quota per una depurazione inesistente per decine di anni… questo contribuirà a rendere più salubre il Lago, che altrove è invece in balia di scarichi più o meno diretti, Lago che per essi diventerà, però,meno attrattivo perché meno raggiungibile.
So perfettamente che queste considerazioni daranno a Lei l’alibi di pensare che la contrarietà più volte dichiarata alla costruzione del camminamento in fregio al canneto sia, di fatto, più il tentativo di mantenere un privilegio ( posto che tale sia la rispettosa e civile gestione di uno spazio privato) che una reale preoccupazione naturalista. Sono convinta che lo pensa di già, per cui poco male.
In realtà le motivazioni naturalistiche hanno argomentato con così poco peso nella Sua considerazione, che ho inteso dimostrarle come, oltre al danno ambientale, questa ipotesi di “togliere ai furbi per dare agli …sprovveduti” (? ) può avere degli effetti collaterali non indifferenti, anche dal punto di vista meramente contabile.
Mi chiedo se la stessa inflessibile determinazione sarebbe stata mantenuta se i “furbacchioni” fossero tutti elettori di questo Comune o di altri gemellati, e non cittadini di altra nazionalità: il dubbio è difficile da scacciare.
Sono altrettanto convinta che con un confronto privo di pregiudizio si sarebbe potuto arrivare a trovare una soluzione concordata che, senza privare i Lavenesi della salutare passeggiatina igienica alla volta dei Ristoranti, potesse preservare l’integrità del canneto e un minimo di rispetto per coloro che, a partire da quando in quella stessa zona sorgeva la discarica comunale, senza oneri per la comunità, hanno contribuito a riportarla e mantenerla nello stato ridente in cui è ora.

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