mercoledì 26 maggio 2010

Una doppia visione

Il concetto di "natura" è uno di quelli sui quali si è affaticata la filosofia, dai pitagorici greci in poi.
Ciascuna corrente, ogni pensatore ha dato la propria definizione e visione di ciò che può considerarsi naturale e cosa non lo è.
Ai giorni nostri, spesso, la percezione che si ha della natura è fortemente influenzata da corollari ideologici, estetici, sentimentali e chissà quanti altri.
Si scontrano una visione romantica, estetica e affettiva, con quella pragmatica, che vede nelle risorse naturali appunto solo risorse.
Come spesso accade il giusto sta nel mezzo.
Mai come in quest'ultima settimana ci siamo confrontati su cosa sia lecito e cosa abusante nei confronti del bosco, che va inteso non solo come "bio-massa" ma anche come ambiente ricco di vita, bio-diversità, presidio idrogeologico, ma anche luogo dello spirito, capace di ricreare nel vero senso della parola,
Forse per questo è tanto difficile trovare il punto d'equilibrio fra le posizioni che sono così distanti, pun se ciascuna ha una sua ragion d'essere.
Mi sembra che, per concludere provvisoriamente questo discorso,possiamo trarre alcuni insegnamenti preziosi:
i boschi hanno sempre una grande rilevanza nell'immaginario collettivo, ma con il complicarsi della nostra società tecnologica, la maggioranza di noi ha perso il contatto con le pratiche agricole che ne preservano e consentono la vita e l'utilità;
la vigilanza sui paesaggi e siti naturali non deve mai venir meno, e se questo può dar luogo a chiarimenti e divulgazione , ben vengano le polemiche e i conflitti,
mai aver paura di "disturbare il manovratore" perchè tocca a chi ne sa di più l'onere della prova e non a chi ne sa di meno.
Diceva mio nonno: se un dottore e un ignorante non si capiscono, la colpa non è dell'ignorante, ma del dottore.
Penso che sia una massima piena di saggezza: se ci spiegano bene le cose, forse possiamo capirle meglio anche noi.

Nessun commento: