
Se ne fa un gran parlare: il commercio locale è in crisi, pare, ( ma si prospetta la costruzione di un nuovo centro commerciale di grande distibuzione); la crisi industriale mette in ginocchio i frontalieri ( perciò si prevede di tassarli anche in Italia, dato che in Svizzera perderanno il lavoro); dell'artigianato tradizionale non è mai decollato neanche un aereoplanino di carta... quindi, sotto con il turismo.
Per non rinvangare le polemiche, non ricorderemo le accuse di voler affossare il turismo paesano con l'opposizione alla lievitazione della Ex- Tresa Plastica in mega struttura ricettiva di oltre 100 unità, quasi che mettere dei vincoli alla mera speculazione impedisse la libera iniziativa.
La crisi dell'edilizia ha fatto il resto, bloccando le operazioni di trasformazione in miniappartamenti dell'edificio attuale, per cui Ceresium, pur deprecando lo stravolgimento della zona, ha comunicato obiezioni che non sono state considerate degne di nota.
A fronte delle operazioni di cosmesi e abbellimento(?) delle nostre contrade, assistiamo tuttavia allo sversamento continuo di materiali fecali, concedete l'eufemismo, nelle acque del Laghetto. A vista si distinguono le deiezioni di uno scarico non canalizzato, ma,anche per i più miopi, la puzza inequivocabile di una fogna a cielo aperto avverte i passanti e i turisti dello stato delle nostre acque.
Quanto ciò sia compatible con l'auspicio di uno sviluppo turistico che sia realistico e non solo utopico, lascio giudicare a chi passeggia sulle ridenti rive del nostro lungo lago.
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