Il post precedente ha illustrato quale sia l'orientamento della Regione Lombardia in rapporto alla deregolamentazione in materia di costruzioni, invocata dal governo centrale come panacea per la soluzione dell'attuale crisi economica.
A proposito: la crisi c'è? è solo percepita? è di natura psicologica? è un'invenzione dei comunisti, quindi non c'è? c'è ma bisogna non parlarne, che sennò aumenta? è già passata? sta per passare, ma tocca aver fiducia nei consumi altrimenti torna indietro?
Francamente c'è da sentirsi frastornati: se può essere l'occasione di un bel mucchio di quattrini per gli operatori del settore edilizio, allora la crisi c'è eccome, e impone procedure d'emergenza o nessuna procedura, solo l'inizio della cementificazione, per essere possibilmente sconfitta. In altri frangenti, dalle massime autorità finanziarie o meno, si sentono toni sfumati, mezze ammissioni, scongiuri e giaculatorie.
Potenza del relativismo economico e della mistificazione politico-informativa.
Dopo attenta lettura della proposta regionale, le Associazioni ambientaliste si sono rivolte imploranti al Governatorre Formigoni perchè mitighi le minacciose avvisaglie di modifiche sostanziali al paesaggio lombardo, preservando, con apposite restrizioni,almeno i borghi storici, i paesaggi rurali e le zone protette dei parchi naturali.
Troveranno accoglienza le richieste di Italia Nostra, del Fondo per l'Ambiente Italiano e del WWF? per parte sua Leagmbiente si è adoperata nella proposta di Legge popolare per la conservazione dei suoli.
Sarà una lotta contro i mulini a vento? O per stare all'argomento, contro i centri commerciali e i condomini a vento?
Lo scopriremo solo vivendo. Temiamo , ahimè, molto presto.
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