lunedì 17 novembre 2008

Osservazioni sul rapporto ARPA del 8.10.2008


Dal punto di vista di Legambiente Ceresium, l'interpretazione dei risultati riportati nel Rapporto richiede molta cautela, principalmente a causa del periodo temporale a cui i rilievi si riferiscono. Infatti, per stessa premessa del rapporto, questo periodo NON è quello che viene notoriamente ritenuto maggiormente “critico”per la qualità dell'aria.
Fatta salva questa osservazione, la nostra attenzione si appunta non tanto sui valori assoluti, di per sé non allarmanti, quanto sul confronto relativo ad altre realtà urbane della provincia, caratterizzate da una maggiore pressione sia antropica che veicolare.
In questo ambito è d'interesse rilevare che, a fronte di una percentuale del 0,65 % sulla popolazione in Provincia di Varese, Lavena Ponte Tresa contribuisce per il 0,516% alle emissioni di .
Percentuali analoghe si possono rilevare nell'emissione di PM10 (0,538%) dovute al trasporto su strada, mentre le stesse emissioni in totale non superano lo 0,481 % del dato provinciale, che è comunque una percentuale significativa.
Benché più limitate in relazione al totale, anche le altre emissioni rilevate si aggirano intorno a valori che non scendono mai sotto lo 0,124 % ( SO2), 0,241% (NO/NO2 ); i valori dell' ozono (O3) hanno superato in due casi ( 26-27/04/08) la soglia per la salvaguardia della salute umana . Anche in questo caso, poiché il calore e l'irraggiamento solare costituiscono fattori determinanti per la reazione chimica interessata, è da presumere che la collocazione temporale dell'osservazione NON sia quella più statisticamente significativa.
Entrando nel dettaglio, si nota che le emissioni di biossido di zolfo sono attribuite in quantità maggiore alla combustione di gasolio in caldaie domestiche, mentre quelle a metano vi contribuiscono in una percentuale dello 0,468 rispetto alle prime e la legna solo per 2,19 %; la circolazione di auto con benzina verde e diesel vi contribuisce rispettivamente con uno 0,315 % e lo 0,166%. La circolazione sia pesante che leggera è, invece, ritenuta la maggiore responsabile dell'emissione di monossido e diossido di azoto per il 71,13% del totale, così come dell'inquinamento dovuto a composti organici volatili per il 14,17 %. Anche la combustione non industriale di legna e pellets apporta, in percentuale, una quota significativa di Composti Organici Volatili (COV), così come le aree non coltivate sede di depositi organici ( i deprecati mini-depositi abusivi a cielo aperto che spesso deturpano le zone periferiche boschive). Per la rilevazione di COV appare interessante, perché non corrispondente alla presenza locale di impianti industriali del settore, l'emissione in atmosfera di 38,5 tonnellate annue di solventi; è ipotizzabile si tratti dell'apporto di imprese artigianali che non attuano il recupero dei solventi usati ( lavasecco, carrozzerie,verniciature mobili ecc).

Un altro dato interessante è costituito dalla soglia di ossidi di azoto che vengono ritenuti dannosi per la vegetazione, individuata in 30 µg (=microgrammi=milionesimi di grammo)/m³; essa è lontana dai valori dannosi per la salute umana ( 200 µg/m³) ma viene superata costantemente anche di 5 volte , nei periodi orari di maggior traffico e in situazioni climatiche sfavorevoli, pur mantenendo in generale, una media giornaliera di poco inferiore al valore indicato come pregiudizievole per le piante.
I picchi di rilevazione di sostanze inquinanti si rilevano nelle prime ore della giornata dei giorni feriali,( code dei frontalieri), il sabato e il mercoledì fra le ore 9.00 e 10.00 antimeridiane ( mercati di Ponte Tresa e di Luino) e fra le 7.00 e le 8.00 dei giorni feriali ( traffico verso la scuola): se ne deduce che il trasporto privato non è solo il maggior responsabile della congestione stradale, ma anche dell’emissione di sostanze nocive.
Un’attenzione particolare va riservata alle polveri sottili, il PM10, il cui valore limite per la protezione della salute umana è indicato in 50 µg (=microgrammi=milionesimi di grammo)/m³: tale valore non è stato mai superato nel periodo osservato, ma in almeno qualche occasione il dato rilevato vi si avvicina (39- 42 µg/m³), seppure solo per un giorno ( valori maggiori il sabato, di norma); poiché nella nostra realtà la loro emissione massima è attribuita al riscaldamento a legna in impianti residenziali, (per 5,6 tonnellate di polveri in un anno) queste si sommano a quasi altre 3 tonnellate prodotte dal traffico veicolare, fino al totale di 9 tonnellate in un anno.
Le conclusioni a cui perviene l’Arpa, dopo il confronto con le altre stazioni di monitoraggio provinciale a cui si accennava all’inizio di questa relazione ( Varese, Somma Lombardo, Busto Arsizio, Malpensa ecc) sono tali da “non escludere” che anche nel territorio di Lavena Ponte Tresa, si possano superare per più di 35 giornate annue i valori limite, come avviene in ampie zone del territorio varesino.
Tale affermazione non è rassicurante e potrebbe costituire la base sulla quale impostare piani di promozione della qualità dell’aria, anche ricorrendo a progetti coordinati con il Comune Ticinese di Ponte Tresa, nella cornice dei Piani Integrati Transfrontalieri.

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