venerdì 17 ottobre 2008

Replica a "La Provincia" del 10.10.2008


IL GIOCO DELLE PARTI

Le opinioni al riguardo della realizzazione a Lavena di uno Yachting Hotel, con più di cento camere, nell'area della vecchia filatura di seta, poi degradata a stampaggio di materie plastiche, possono essere le più diverse: da quelle economico-speculative a quelle ambientaliste, con tutto il ventaglio e la gamma intermedia.
Chiunque consideri il sito, però, astraendo dalla montagna di denaro che rappresenta, non può disconoscere che si tratti di un luogo di interesse particolare, posto fra lo Stretto,uno scorcio fra i più caratteristici del Ceresio, e una zona ancora naturale, oasi di riproduzione per la fauna autoctona e di passo , già protetta con divieti di caccia e pesca dalla Provincia di Varese e dalla Convenzione Italo-Sizzera per il Lago di Lugano.
Gli immobiliaristi la vedono come un'occasione di lucrosi investimenti, con la costruzione di nuove unità abitative di lusso, trascurando che in paese ci sarebbe, caso mai, più necessità di alloggi a prezzi meno esosi di quelli correnti; una parte dei cittadini la vive quasi come una zona degradata, stretta com'è fra i vicoli del centro storico e la periferia del paese; i nostalgici ne invocano la restituzione alla comunità, come centro culturale ed esempio di archeologia proto-industriale; i naturalisti la percepiscono come una delle zone ancora preservabili, ( per quanto sia in parte trascurata) che si oppongono alla colata di cemento che minaccia i litorali lacustri, già quasi totolmente privatizzati.
Ognuno fa il proprio mestiere e ha diritto alla propria convinzione, più o meno condivisibile, ma legittima, almeno fino a che tutti avremo la possibiltà di esprimerla e difenderla, in regime di democrazia.
Quel che appare singolare è la posizione degli attuali amministratori di maggioranza e di minoranza, che erano la maggioranza nella precedente amministrazione e che sono, in gran parte, le stesse persone...
Ciascuno strilla alle “occasioni perdute” e incolpa gli altri dell'insuccesso del Piano Integrato: l'irresponsabilità del comitato spontaneo, l'ignavia del sindaco attuale, la protervia di quello precedente, l'oscurantismo di Legambiente e, non dimentichiamolo, l'arroganza della Sovrintendenza che, meschina, pretendebbe di assolvere al proprio compito istituzionale.
L'attuale opposizione accusa la maggioranza corrente di NON aver sostenuto con sufficiente energia quello stesso progetto di cui si è fatta paladina, ma che ha causato, o almeno offerto il pretesto, per la “fronda” che ha affossato l'amministrazione precedente: il paradosso della situazione è talmente macroscopico che sfugge alla comprensione dei più.
Siamo ben oltre il “teatrino” della politica: siamo al vaudeville, alla commedia degli equivoci, alla farsa: se la politica è l'arte del possibile, tutti gli amministratori ( dell'una e dell'altra parte) dovrebbero sforzarsi di ricavare da questa vicenda il massimo consentito, nell'interesse del Comune, senza preoccuparsi del profitto dei privati, invece di spargere anatemi e recriminazioni sulle ceneri del Progetto fallito.
Non c'è necessità di scomodare Pirandello per identificare, in questo frangente, il più classico “gioco delle parti” in cui ciacuno agisce, di volta in volta, a seconda del personaggio che interpreta, senza preoccuparsi di offrire un comportamento comprensibile e coerente agli occhi di chi gli ha affidato le sorti del paese.
Nell'immagine la zona del canneto adiacente la via Zanzi e la Provinciale .

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