Lavena, 9.10.2008
Egregio Direttore,
sono sconcertata dalla versione che viene data della vicenda relativa al progetto di realizzazione del complesso da costruire in luogo della ex-filanda , ex-Tresaplastic sullo stretto di Lavena.
In primis, la realizzazione delle opere pubbliche correlate al Piano d'intervento integrato concordato fra il Comune e La Committenza era stipulato controbilanciando le opere con la concessione di 3.000 ( diconsi tremila) metri cubi in aumento della volumetria consentita: a spanne, una settantina di locali in più rispetto alle pur notevoli cubature già a disposizione; in seconda battuta, le opere direttamente realizzate sul pubblico terrreno venivano concesse in gestione trentennale alla stessa società costruttrice....come a dire, di fatto, privatizzate; di utilità altrettanto "pelosa" appariva l'allargamento del vicolo Covini, in realtà accesso indispensabile alle nuove costruzioni; inoltre le opere "a lago" avrebbero invaso in maniera più o meno aggressiva, la zona residua di un canneto che gode della protezione della Provincia di Varese ed è un delle ultime zone naturali del litorale ceresino.
L'opposizione di Legambiente, tuttavia, pur sottolineando lo stravolgimento del paesaggio irripetibile dello Stretto di Lavena, non si appuntava sulla costruzione dell'Albergo ( di lusso, of course, con Yachting Club annesso, perdinci... proprio in linea con il turismo delle nostre zone che non si compone di miliardari alla Briatore, ma di famiglie, di milanesi che hanno qui seconde o terze case, di tedeschi che non soggiornano per più di qualche fine settimana e una decina di giorni in agosto!) bensì sulla sua dimensione, considerata "fuori scala" per un borgo che fatica ad arrivare alle mille anime residenti.
L'impatto ambientale non è stato valutato correttamente dalle autorità ed esperti a ciò preposti, la Soprintendenza ne ha confermato la difformità dalle regole vigenti: questo ha affossato il progetto, non certo le proteste della cittadinanza che, come sempre più spesso avviene, sono state poco ascoltate e utilizzate solo strumentalmente per sminuirne le liceità. Il signor Antonello, con il quale ho parlato ieri ( 8.10.08) mi ha chiesto se consideriamo l'attuale sviluppo della vicenda come fosse una vittoria: certo che no, perchè non ho mai ritenuto di essere in guerra con alcuno, meno che mai l'attuale o le precedenti Amministrazioni comunali, nè, per quanto mi concerne, nemmeno con l'immobiliare Domus e chi altri fosse coinvolto nella progettazione di quello che, non io nè Legambiente, ma gli organi di controllo dello Stato Italiano, hanno considerato non idoneo alla realizzazione. Mi permetta di aggiungere una considerazione generale: se un'amministrazione "deve" approvare un progetto di ripiego, a suo parere dannoso o inutile, non ha forse il dovere di osteggiarlo, comunque? E, inoltre, i paletti che il Sig. Sindaco deplora, non erano forse gli stessi che un amministratore oculato avrebbe dovuto prevedere prima di approvare o concordare alcunchè? Mi pare che le obiezioni di non conformità fossero fondate, dal momento che sono state riconosciute valide: da quando il rispetto delle leggi è una sconfitta, per chicchessìa ? Comprendo che non ci si potevano aspettare delle congratulazioni, ma almeno le dichiarazioni ( o la loro trascrizione per la cronaca) avrebbero potuto essere più aderenti alla verità dei fatti. Se ciascuno si deve assumere le proprie responsabilità, Legambiente è fiera di aver impedito un progetto non rispettoso della compatibilità ambientale, ma gli amministratori riconoscano di aver incautamente avallato questo progetto, che si è rivelato irrealizzabile.
La cubatura della ex- filanda permette (forse) la realizzazione di 65 appartamenti? bene.. ma chi sistemerà le fognature che, proprio in quella zona ancora non sono efficienti? Chi concederà la variazione di destinazione da zona ricettivo-alberghiera a zona residenziale?
Come vede sono molte le responsabilità che, certo, non competono agli aderenti a Legambiente.
Da parte nostra, e mia personale, come sempre dichiariamo la disponibilità a dialogare con l'amministrazione comunale, perfino a collaborare per la realizzazione di quelle iniziative che sono volte alla valorizzazione e alla conservazione del territorio, a dimostrazione del fatto che non consideriamo le vicende di Lavena Ponte Tresa come "battaglie" da vincere o da perdere, ma come momenti costitutivi della storia comune del nostro paese.
La ringrazio per l'accoglienza che vorrà dare alle mie parole sulle pagine del suo giornale e le porgo i miei saluti più cordiali
Milena Nasi Benetti
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