
Sul sito www.kyoto-club.org si può vedere, aggiornato in tempo reale, l'importo in € che l'Italia dovrà pagare per non aver rispettato il trattato di Kyoto ( ufficialmente accettato e sottoscritto dai nostri governi) per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Dal 2008 al 2012 ci siamo impegnati a riversare nell'aria non più di 483 milioni di tonnellate di CO2, mentre già superiamo i 550 milioni.
Questo sforamento comporta che, fra 4 anni come massimo, dovremo garantire dei progetti che consentano la riduzione delle emissioni in paesi in via di sviluppo: sarebbe come dire che dovremmo essere in grado di progettare ed esportare altrove tecniche e impianti che non siamo stati in grado di produrre a casa nostra in questi 8 anni! La contraddizione è talmente paradossale che non merita nemmeno un commento.
L'alternativa rischia di essere molto costosa. Si tratta di "acquistare" tonnellate di CO2 negativa ( cioè non emessa dai paesi virtuosi, che riescono a stare sotto la soglia massima indicata dal protocollo) al prezzo di €.20,00 a tonnellata. A che punto siamo attualmente? ci stiamo indebitando al ritmo di 47,60 € al secondo e, continuando così, arriveremo ad accumulare 7,5 miliardi di euro alla fatidica data del 2012. Non ci conforti il fatto che il prezzo alle stelle del petrolio ha fatto, di poco, calare le emissioni, perchè si parla già di ripristinare le centrali a carbone,come sta accadendo anche nei paesi più virtuosi. Finirà che, come spesso avviene, avremo sprecato una buona occasione per incentivare la ricerca e l'applicazione di energie veramente "pulite" e rinnovabili, e sopporteremo solo gli effetti penalizzanti del trattato di Kyoto, invece di sfruttarne la spinta per la creazione di nuove industrie e posti di lavoro.
( grafici e dati di questi post sono ricavati da articoli di A. Cinciullo e A. Saragosa su La Repubblica e Il venerdì )
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