Il proverbio sarebbe "pezo 'l tacòn, del buso", ma la traduzione in lingua corrente lo renderà comprensibile anche ai nostri amministratori che non hanno ascendenze lombardo-venete...
Dunque si è abbattuto il platano secolare che allietava da più di cent'anni il Lungolago XXV Aprile a Lavena: requiescat. Era ammalato di Ceratocystis fimbriata, una malattia fungina che non può essere curata, ma solo prevenuta, evitando ai platani ( di cui è parassita) ferite alla corteccia o alle radici e contatto con materiale infetto proveniente da altre piante ammalate.
E qui casca l'asino... (nessun riferimento personale, s'intende) perchè a parere di chi ha seguito le operazioni di abbattimento da vicino ( e le ha anche filmate), sono state disattese alcune delle regole di prevenzione.
La circolare regionale 27 del 15.04.1999 detta un preciso protocollo per la salvaguardia degli altri esemplari presenti nell'area, impone la raccolta delle segature e dei rami in contenitori metallici, la stesura di teli per evitare la contaminazione del terreno, la sanificazione della ceppaia almeno a 20 cm sotto il livello del terreno con calce viva, tutto entro 48 ore dall'abbattimento. Non tutto è stato fatto secondo queste rigide regole, tant'è che segatura e minutaglie sono ancora giacenti sul sito.
Così si spiega il titolo: la malattia dell'albero è stata forse inevitabile (il buco), ma la toppa
( la modalità d'abbattimento) rischia di pregiudicare tutte le altre piante di platano presenti sulla stessa riva del Lago : molto peggio.
Legambiente Ceresium ha ritenuto doveroso segnalare l'accaduto a tutti i responsabili a livello locale e regionale.
1 commento:
segnalo che almeno il telone e' stato steso: ero presente alle fasi iniziali dell'operazione. Quanto al resto, non so.
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