"Il suolo è una risorsa naturale non rinnovabile e ogni suo degrado (erosione, cementificazione, inquinamento, ecc.) comporta una perdita: dalle funzioni produttive, agricole e forestali, a quelle paesaggistiche ed ecologiche, a quelle connesse alla regolazione dei bilanci idrici superficiali e sotterranei e del ciclo del carbonio (di cui il suolo è il principale sink terrestre).
L’urbanizzazione del territorio comporta alterazioni o addirittura perdita,
Il problema del “consumo di suolo” viene ulteriormente aggravato in quanto
nonostante le dinamiche demografiche siano stazionarie, vi è una continua richiesta di suoli da edificare, assecondata da scelte dettate da esigenze di autonomia finanziaria a cui gli enti locali fanno fronte con gli introiti di imposte e oneri da edificazione,quasi sempre senza un’organica pianificazione ecologica, e con uno sguardo che non va oltre i confini amministrativi, provocando frammentazione e dispersione insediativa che, oltre a consumare suolo, tende a provocare danni all’agricoltura, sprechi energetici, riduzione della qualità del
paesaggio e degli ambienti naturali, incremento della mobilità su gomma e, in ultima istanza, perdita di vivibilità nelle città, nelle aree metropolitane e nelle località turistiche."
Malgrado metta direttamente il dito nella piaga , (PII ex-Tresa Plastic, per esempio) e sembri scritto da qualcuno che conosce molto bene la realtà locale, il testo precedente è il Manifesto programmatico del Convegno sul Consumo dei Suoli, tenutosi a Milano nell'ottobre 2007.
Chi avesse ancora l'idea che le posizioni dei cittadini e dei vari comitati spontanei sorti a riguardo del piano di gestione del territorio, siano di retroguadia e dettate da personalismi politici , può fare un'utile riflessione.
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