mercoledì 12 giugno 2019

SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI, MA NESSUNO HA VISTO?


La situazione creatasi nell’area del Bevera, con scavi, prosciugamenti e stoccaggio di terra ha completamente stravolto un’area umida di grande pregio naturalistico e ambientale.

Durante una ricognizione effettuata dai Soci del Circolo Legambiente Valceresio APS nella zona del PLIS Bevera, si è riscontrato che il territorio è stato oggetto di notevoli modificazioni, sconvolgendo la zona che rifornisce i bacini del Comune di Varese ed altri dell’area.

Il sito, limitrofo al confine del Comune di Arcisate, è una zona di rilevanza ambientale da tutelare in base alla Legge Regionale 86 /83 della Regione Lombardia, ed è compreso, come l’intero corso del torrente Bevera, nell’AREA MONTE ORSA’’ che la cartografia provinciale identifica e precisa  per l’intero tracciato  “come corso d’acqua di primaria importanza” per l’approvvigionamento idrico di tutta la Valceresio e di Varese in particolare, poiché da qui si ricaricano le falde che garantiscono  le riserve d’acqua agli acquedotti dei comuni limitrofi.
La zona riguarda il letto del fiume Bevera, le ripe e gli argini del medesimo e alcuni terreni della sponda destra (verso il Comune di Arcisate) e altri vicini per un tratto di circa 800 metri.
Dallo stato dei luoghi e in deduzione del fatto che fossero presenti in loco macchinari per il movimento terra è stato ovvio riscontrare che i terreni stessi e l’alveo del fiume siano stati oggetto di lavori di rilevante entità. 
Tuttavia, l’assenza di qualsiasi segnalazione indicante quali opere fossero in atto, chi ne fosse l’Ente o il privato responsabile e chi li eseguisse e la mancanza di recinzioni o picchetti che delimitassero l’area dei lavori ha indotto il Circolo Legambiente Valceresio APS a indirizzare una segnalazione  tutti gli Enti preposti alla tutela del territorio perché siano posti in essere i controlli di legge per verificare se vi siano autorizzazioni da chiunque rilasciate all’esecuzione delle opere riscontrate e chi ne sia stato l’esecutore materiale.
Malgrado l’evidenza degli interventi, volti sia a snaturare la zona, che è zona umida protetta dalla convenzione di Ramsar, sia ad approfondire, di circa un metro, il letto del Bevera che è tutelato dalle norme che prevedono il divieto di escavazione dei fondi dei fiumi e nonostante ciò, nessuno è ancora stato in grado di chiarire chi e con quale scopo sia iniziato e portato a termine questo scempio.
Agli occhi delle Associazioni dei Cacciatori e dei Pescatori e non solo a quelli degli ambientalisti l’area appare gravemente compromessa: entrambe le ripe fluviali sono ricoperte dalle terre escavate dal fondo del torrente, le lanche laterali che accompagnavano il corso primario appaiono  prosciugate, così come le zone palustri e i piccoli stagni che il fiume formava espandendosi durante le piene, l’escavazione di canali di drenaggio per centinaia di metri ha compromesso definitivamente la Torbiera Cassani , con la perdita di una insostituibile riserva di biodiversità animale e vegetale  ed un indispensabile corridoio ecologico.
Senza contare che la zona fa parte del bacino idrico del fiume Olona e  che l‘escavazione dell’alveo,  favorendo il deflusso veloce delle acque in caso di forti precipitazioni,  impedirà il loro spagliamento nelle zone circostanti con danni alle zone poste a valle:  per questo lungo corso dell’Olona vengono previste e realizzate aree di esondazione e bacini artificiali ( come in via Peschiera Varese o ai  Mulini di Gurone…) e, di conseguenza, lo stravolgimento sopra descritto priverebbe parzialmente della loro efficacia queste opere di prevenzione del rischio idrogeologico.
 La domanda che Legambiente Valceresio rivolge alle autorità è quindi superflua? Come è possibile che tutto questo sia ignorato e sconosciuto proprio a coloro che dovrebbero tutelare salute, sicurezza ed equilibrio all’ambiente naturale della Valceresio? La risposta spetta dunque alle amministrazioni che hanno l’obbligo di indagare se vi siano stati abusi o infrazioni e, qualora ciò sia avvenuto, obbligare i responsabili al ripristino della situazione precedente.











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