Legambiente Ceresium, fino a che ha operato a Lavena Ponte
Tresa e Legambiente Valceresio, che ne ha raccolto il testimone, hanno sempre
sottolineato come la presenza di scarichi diretti non depurati su tutto il
litorale del bacino Sud del Ceresio pregiudichi la qualità delle acque e, di
conseguenza, sia la salute pubblica che la fruizione del Lago dal punto di
vista turistico ed economico.
Vi sono certamente motivi di macro-cambiamenti ambientali,
fuori dalla nostra portata, che hanno modificato l’ecosistema lacustre,
portando alla scomparsa di specie ittiche autoctone, al proliferare di alghe e
di organismi che ne pregiudicano l’ossigenazione e , con essa, la capacità di
auto depurarsi che tutti i corpi idrici avevano in passato. Proprio per questo l’opera dell’uomo diventa doppiamente
responsabile: non solo nel causare i problemi, come si è detto, ma anche nel
risolverli, mettendo in atto quei comportamenti virtuosi che preservano
l’ambiente e con esso il futuro. Dispiace vedere che il campanello d’allarme sui punti critici del Ceresio, che
Legambiente fa squillare con preoccupazione da almeno quattro anni, al
passaggio di Goletta dei Laghi, venga percepito dalle istituzioni dei Comuni rivieraschi interessati come una
minaccia, un’accusa e una provocazione, invece di essere interpretato come un
utile pro-memoria delle cose che non vanno e delle cose da farsi.
Prendere atto del problema, come ci chiedono anche i
dirimpettai del Canton Ticino, è il primo passo indispensabile per accingersi a
risolverlo. Legambiente Valceresio non ha mai negato la propria collaborazione,
per quanto di sua competenza, e la conferma anche oggi: ci si aspetterebbe
dalle Istituzioni Ufficiali altrettanta disponibilità e senso di
responsabilità.
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