L’ELEFANTE E IL TOPOLINO
(come farsi insultare e squittire lo stesso)
(per eventuali commenti scrivere a info@mondoincammino.org )
COMMENTI (7) IN FONDO ALLA NEWS
Un docente universitario (l’elefante) che si considera “pacifista” e “democratico”, che critica il nucleare bellico, ma approva quello civile (considerando il primo una semplice aberrazione), mi ha riempito di insulti per aver espresso il pensiero che il nucleare (intendo con esso la lobby del nucleare che fa capo alla AIEA, Agenzia Internazionale Energia Atomica) ha messo in atto alcuni sistemi che sembrano ereditati da un passato storico, il nazismo, con cui vorremmo avere chiuso definitivamente i conti.
Questa mia affermazione era conseguente alla notizia apparsa sull’ “Independent” e riguardante il caso di organi prelevati di nascosto da cadaveri, e poi fatti sparire, per la ricerca sulle radiazioni (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=1652.0).
Io (il topolino) sono rimasto esterrefatto di fronte a cotanta raffinatezza espressa dal professore subalpino. Così si esprime il laureato nei confronti degli antinuclearisti: “Anche se la vostra opinione vale meno di un peto nel vento, date comunque fastidio dal punto di vista puramente faunistico”. E poi: “Metà di voi è semplicemente ignorante, metà invece mente sapendo di mentire, ma - come dimostrato dai fatti - la vostra politica sta avendo un insuccesso clamoroso in tutto il mondo” E ancora: “GODO a pensare alle vostre facce tutte le volte (ed ormai sono decine all'anno) che si annuncia la costruzione di un impianto nucleare”. Per concludere: “Avere degli avversari come voi non può che farci comodo, siete efficaci come un peto nel vento”.
Mi rincresce che il professore si sia così tanto sforzato, ma non è riuscito nell’intento di offendermi. Questa sua prepotente alzata di scudi mi ha fatto pensare. Nessuna persona ragionevole si offende se vengono avanzate delle osservazioni generali e non personali, a meno che i due livelli coincidano. Io non mi sento offeso e non mi sento delinquente di fronte alle accuse di collusione mafiosa lanciate verso certe categorie del mio paese, a meno che non sia veramente un mafioso. Anzi mi offrono maggiori elementi per combattere la mafia. Ma è evidente che l’elefante ha sovrapposto i due livelli. Involontariamente lo afferma passando dalla prima persona singolare alla prima persona plurale: “Avere degli avversari come voi non può che farci comodo”.
Fare comodo a chi? A tutti i nuclearisti? All’ AIEA? Ad interessi che non so immaginare?
Ma questo è il meno.
Mi addolora sapere che l’elefante rappresenta una categoria di scienziati a favore della pace. Mi convince sempre di più del superamento del termine “pace” che ormai ha perso il suo nobile significato. Oramai si fa la guerra in nome della “pace”; gli stessi soldati non vanno più in guerra, ma prestano la loro professionalità per azioni di pace. E così sostenere il nucleare civile rifiutando e criticando quello bellico è lavarsi la coscienza in nome di un progresso che consenta, se non il proprio interesse, almeno la propria autoreferenzialità. Nel libro che ho scritto “Il naso lungo di Chernobyl” (e che uscirà a metà dicembre 2010), vi è un’introduzione di Nanni Salio. Egli afferma: “E' nota, e viene spesso richiamata, la frase con cui Robert Oppenheimer commentò il primo test nucleare condotto il 16 luglio 1945 ad Alamogordo, nel deserto del Nevada, ripresa dalla Bhagavad Gita: “Sono diventato Morte, il distruttore di mondi”. Altrettanto nota, sebbene meno ricordata, l'altra frase, che Oppenheimer pronunciò dopo i bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki: “I fisici hanno conosciuto il peccato”. Molto intelligentemente Nanni fa notare come, pian piano nel tempo, si sia passati dagli “scienziati militari” agli “scienziati imprenditori” ed infine agli “scienziati negazionisti”. E, forse, i buoni intendimenti (se tali erano) dell’eminente scienziato/docente si sono sciolti in questa metamorfosi.
Con “Il naso lungo di Chernobyl” il povero topolino cercherà di dimostrare che c’è anche una categoria di antinuclearisti che non solo “scoreggiano”, ma che (guarda un po’!) sanno usare una scienza onesta per smascherare quella asservita.
Riconosco il titolo un po’ giornalistico e sensazionalistico dato al mio commento all’articolo dell’ “Independent”, ovvero “Il nucleare erede di Mengele?”.
Ma siamo così distanti dalla realtà?.
Provo ad argomentare. Con una avvertenza! Tutto quanto attribuirò alla lobby nucleare e all’AIEA non ha lo scopo di proporre irriverenti comparazioni con la Shoah, ma quello di elencarne alcuni tratti distintivi che, taciuti o volutamente misconosciuti, hanno ripercorso e tuttora stanno ripercorrendo quei sentieri di cinismo nei confronti della vita e della dignità umana, tipici dell’epoca nazista.
Mi scuso anche per l’estrema sintesi di alcune affermazioni, ma lo scopo è quello di fornire unicamente spunti di riflessione senza riproporre argomentazioni che richiederebbero decine e decine di pagine.
1. Gli scienziati nazisti usavano prigionieri vivi e non anestetizzati. Il solo pensiero fa accapponare la pelle! Ma che dire dei dolori delle persone che nelle province di Ivankov, Bragin, Novozybkov muoiono uccise dalla politica di minimizzazione degli scienziati negazionisti degli effetti delle basse dosi di radiazione e dell’incorporazione di Cs137 negli organismi umani?
2. L’olocausto del popolo ebreo è un monito per tutta la storia dell’umanità, e soprattutto per quella futura. In chiave minore, per esempio, nella repubblica di Belarus, è iniziata una fase che il prof. Bandazhevsky non ha timore di definire “genocidio”. La curva demografica si è negativizzata fin dal 2003, e non per scelte di controllo delle nascite, ma per l’aumento della mortalità da azione diretta dei radionuclidi liberatisi, e che saranno presenti ancora per tantissimo tempo, dalla centrale di Chernobyl. Semplice slogan? E allora esimio docente, che dire del recentissimo studio che qualifica gli impianti atomici (nucleare civile, caro dottore!) come killer di embrioni? Ralf Kusmierz, Kristina Voigt e Hagen Scherb, studiosi del Centro di ricerca tedesco per la salute ambientale di Monaco e tra i massimi esponenti della comunità scientifica tedesca hanno esaminato il rapporto tra nascite e prossimità alle centrali nucleari, in Germania e Svizzera. Lo studio è partito dai dati sugli effetti della catastrofe di Chernobyl sulle nascite in Ucraina e nelle regioni toccate dalla nuvola radioattiva (in particolare cesio137) che già avevano evidenziato una significativa incidenza sia sul numero delle nascite che sul rapporto di nascite fra bambine e bambini. L'obiettivo degli studiosi era cercare di stabilire se la vicinanza delle centrali nucleari, anche in mancanza di grandi incidenti, implicasse effetti sulle nascite. Di regola nascono 105 femmine per ogni 100 maschi, ma nelle regioni che circondano le centrali nucleari le nascite femminili sono molto inferiori. Era già appurato che guerre e irradiamento radioattivo hanno effetti diversi sulle nascite di femmine e maschi, incidendo in modo particolarmente pesante sugli embrioni femminili. Lo studio ha dimostrato l'esistenza di gravi conseguenze anche in rapporto alla semplice vicinanza a centrali nucleari. Negli ultimi 40 anni, nelle aree a 35 Km. di distanza da 31 centrali nucleari tedesche e svizzere, il numero delle nascite di bambine risulta inferiore di 20'000 rispetto ai dati attesi. Si stimano in un milione le bambine e i bambini mai nati in tutta Europa a causa del disastro di Cernobyl. (Statistica o genocidio? Posso comunque affermare che lo studio viene considerato "assolutamente" attendibile da un oncologo di fama come Claudio Knuesli). Gli studiosi hanno anche evidenziato un netto aumento dei casi di tumore infantile nelle vicinanze di centrali nucleari. Come spiegare questi 20'000 aborti spontanei "in eccesso", in mancanza di "grandi" incidenti alle centrali di queste regioni? Forse con gli incidenti nucleari cosiddetti di "basso livello", quelli che sono degradati a "guasti" con una esposizione alla radioattività della popolazione sistematicamente definita "entro i limiti di sicurezza" e che invece, anche in ragione della loro frequenza e del loro cumulo, potrebbero avere effetti sulla salute ben più gravi di quelli dichiarati dalla lobby nucleare. O forse la ragione va individuata in una qualche altra conseguenza delle attività delle centrali nucleari, come le perdite nel trasporto e nello smaltimento delle scorie e di alcuni dei pericolosissimi materiali necessari al funzionamento degli impianti. Una cosa è certa, a causa dell'enorme peso dell'energia nucleare in molti Paesi, la politica dei governi e degli stessi enti di controllo mira spiccatamente a rassicurare le popolazioni sulla sicurezza degli impianti. Nel 2005, l'ONU e l’AIEA avevano speso molto tempo e denaro per cercare di dimostrare che l'incidente di Chernobyl non aveva avuto effetti sulle nascite né in Ucraina né in Europa. Per un breve periodo non erano emersi studi di senso contrario anche se i reportage da Chernobyl e i nostri viaggi di “semplici volontari” in quelle zone, offrivano un'immagine in netta contraddizione rispetto ai rassicuranti studi dell'ONU e dell'AIEA. Poi molti enti di ricerca e università hanno cominciato a demolire la validità scientifica di quei rapporti, evidenziando come ancora oggi gli effetti di quell'incidente producono una devastante quantità di aborti e malformazioni alla nascita. Fino a che punto i governi e l'AIEA stanno omettendo di informare le popolazioni sui reali effetti della produzione atomica? Quanto sta incidendo davvero tale produzione sull'evidente calo della fertilità umana in molte regioni del mondo? E a lei caro professore, se non piace il rimando a tempi passati, posso forse suggerire che con il nucleare ci si trova in situazioni che, come allora, non sono propriamente democratiche? Forse l’elefante è impacciato nei suoi movimenti, ma io, semplice topolino, sono disposto ad offrirgli un viaggio nelle zone più contaminate dal fall out di Chernobyl, dove sicuramente non è mai stato, affinchè sappia (e possa, se ha onestà intellettuale) coniugare cuore e cervello, studi teorici e realtà, equazioni e osservazioni dal vivo.
3. Comprendere l'immensa tragedia della Shoah vuol dire in primis capirne anche l'unicità ed il dovere di memoria verso tutti i coinvolti, morti, sopravvissuti, familiari ed eredi. Comprendere la realtà del nucleare vuol dire non dimenticare la tragedia di Hiroshima e Nagasaki, le migliaia di vittime da uranio impoverito in Kosovo e Iraq (nucleare bellico), le vittime di tutti gli incidenti nucleari (nucleare civile); vuol dire ricordare tutti i coinvolti, morti, sopravissuti, familiari, eredi…e le vittime (purtroppo!) che verranno
4. La tragedia del popolo ebreo si è scontrata con la stupida corrente di pensiero del “negazionismo” tanta cara agli epigoni del nazismo. Il “negazionismo” è anche un tratto caratteristico del nucleare. A cominciare dall’accordo OMS (Organizzazione Mondiale Sanità)/AIEA del 28 maggio 1959, ancora in vigore, che impedisce di divulgare le conseguenze sanitarie degli incidenti nucleari, per giungere fino al rapporto del Chernobyl Forum del 2005 che, scientemente, riduce di migliaia di unità le vittime del fall out radioattivo di Chernobyl, al solo fine cinico di ridurre i risarcimenti.
5. Durante il nazismo chi si opponeva alle leggi razziali veniva imprigionato. Durante l’era nucleare chi si oppone e denuncia le nefandezze del nucleare viene incarcerato. È il caso del prof. Yuri Bandazhevsky imprigionato per aver detto la verità sulle conseguenze di Chernobyl, per aver scoperto lo sporco gioco della lobby del nucleare che con la mappa delle ricadute di Chernobyl ha mascherato il precedente fall out radioattivo degli sperimenti nucleari degli anni ’50 e ’60. E poi ci sono anche i morti da nucleare: Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, ecc.
6. La tragedia del popolo ebreo (e degli zingari, e degli omosessuali, ecc.) nasce dall’arroganza di una ipotesi, tragicamente perseguita con cinismo e follia: “La supremazia della razza ariana”. E quanta arroganza nelle parole del professore: “Metà di voi è semplicemente ignorante…”! La supremazia del pensiero dello scienziato di fronte alla rozzezza di tanti piccoli topolini. Man mano che la democrazia avanza perdono senso certe rendite di potere intellettuale. Anzi la condivisione culturale e scientifica, al di là del titolo di studio, dovrebbe contribuire al fine etico di percorrere scelte comuni e condivise. Il contrario di quanto persegue la lobby nucleare. Capisco, quindi, la rabbia (e chiedo scusa per questo temine di pertinenza “faunistica”) del professore per una informazione (la sua) che viene spiazzata da una controinformazione che mette a disposizione di tutti, anche con linguaggi accessibili (e non relegando i dati ai soli convegni, ai libri scientifici, a chiusi circoli intellettuali autoalimentantisi), un sapere che non fa più rima con potere.
7. Durante l’era nazista venivano condotti criminali esperimenti sugli ebrei. E nell’era nucleare? Stilo un elenco molto sommario di “esperimenti nucleari”. 1944: nel quadro del programma Manhattan, che porterà poi alla produzione della bomba atomica, i ricercatori iniettano 4,7 microgrammi di plutonio ai militari del centro di Oak Ridge; fine seconda guerra mondiale: esperimenti con plutonio iniettato in pazienti ignari allo Strong Memorial Hospital; 1946/1947: a) Università di Rochester, iniezione di uranio234 e 235 a 4 uomini e 2 donne; b) a sei impiegate di un laboratorio metallurgico di Chicago viene fatta bere acqua contaminata con plutonio239 per consentire ai ricercatori di scoprire come la sostanza venga assorbita nel tratto digestivo; 1946-1953: a) Progetto Sunshine. All'inizio della guerra fredda un team composto da scienziati americani, australiani ed inglesi viene incaricato di verificare in quale misura la pioggia radioattiva avrebbe potuto rendere la Terra inabitabile. L'occasione per tali verifiche è data dal fatto che gli esperimenti sulla bomba atomica, condotti non molti anni prima, avevano pesantemente contaminato l'atmosfera terrestre provocando una serie di piogge radioattive che erano già state assimilate dall'essere umano causando le più disparate conseguenze. L'elemento preso in maggiore considerazione fu lo stronzio90 assimilato dalle ossa; i neonati furono la prima serie di soggetti testati perché avevano l'opportunità di cominciare a vivere in un contesto già contaminato. Come risultato di questi propositi furono raccolti una serie di corpi da tutto il mondo (in particolare corpi di neonati) le cui ossa venivano cremate per permetterne l'analisi delle ceneri. Le finalità degli esperimenti non vennero rese note neanche ai parenti dei deceduti perché altrimenti si sarebbe causata una serie di eventi di paranoia collettiva sulla tragica situazione dell'atmosfera in quel periodo; b) la Commissione Energia Atomica (AEC) sponsorizza i ricercatori della Harvard Medical School, del Massachusetts General Hospital della Boston University School of Medicine, i quali alimentano ogni mattina per colazione gli studenti mentalmente disabili della Fernald State School Quaker Oats con cereali mischiati con traccianti radioattivi e con budini a base di latte radioattivo; vengono anche praticate iniezioni di calcio e ferro radioattivi allo scopo di studiare il funzionamento del metabolismo; 8/01/1947: il colonnello E.E. Kirkpatrick, dell’AEC, prepara un documento ultrasegreto (707075), nel quale afferma che “si stanno mettendo a punto alcune sostanze radioattive da iniettare per via endovenosa a esseri umani, nel quadro dell’attività prevista nel contratto”; anni ‘50 e ‘60: a) esperimenti nucleari a Semipalatinsk, 456 bombe nucleari equivalenti a più di 5.000 bombe di Hiroshima; un milione 600.000 persone contaminate, 67.000 in modo grave, 40.000 morte; b) programma sovietico “Kontinent”, programma di ricerca militare destinato a provocare terremoti artificiali, causati mediante esplosioni nucleari sotterranee da sfruttare come arma di attacco preventivo, prima di un attacco convenzionale. Gli esperimenti sono forse stati la causa di numerosi terremoti registrati negli Urali in quel decennio, di cui si ricorda quello di nono grado della scala Richter, che rase al suolo la città di Gasli; 1948/1952: il Dipartimento della Difesa Americano diffonde deliberatamente nell'aria sostanze radioattive allo scopo di raccogliere dati per lo studio di fattibilità di armi radioattive; 1953/1957: a) L’AEC sponsorizza studi sullo iodio condotti dall’università dello Iowa. Nel primo studio i ricercatori somministrano a donne incinte tra i 100 e i 200 microcurie di iodio131 e analizzano poi i feti abortiti per capire a quale stadio e in che misura la sostanza radioattiva supera la barriera della placenta. Nel secondo studio i ricercatori somministrano a 12 maschi e 13 femmine nati da meno di 36 ore, e con un peso tra i 2,4 e i 3,8 kg, iodio131 per via orale o con iniezioni intramuscolari e misurano in seguito la concentrazione della sostanza nella tiroide dei neonati; b) nel quadro del progetto Manhattan, a undici pazienti del Massachusetts General Hospital (Boston) viene iniettato uranio; c) nel corso di uno studio dell’università del Tennessee, sponsorizzato dall’AEC, i ricercatori iniettano circa 60 rad di iodio131 a neonati sani di 2-3 giorni; d) in una serie di prove sul terreno note come “Green Run,” l’AEC sparge iodio131 e xenon133 su Hanford (Washington): 500.000 acri lungo il fiume Columbia in cui si trovano tre piccole città (Hanford, White Bluffs e Richland); e) nel corso di uno studio sponsorizzato dall’AEC per scoprire se lo iodio radioattivo agisce in modo diverso sui neonati prematuri e su quelli a termine, i ricercatori dell’Harper Hospital di Detroit somministrano per via orale dosi di iodio131 a 65 neonati prematuri o nati a termine, di peso tra 1 e 2,5 kg; f) per capire quanto le basse temperature influiscano sulla psicologia umana, i ricercatori somministrano 200 dosi di iodio131, che si concentra quasi immediatamente nella ghiandola tiroidea, a 85 eschimesi e 17 indiani atapascani in buona salute residenti in Alaska; f) l’esercito americano lancia l’operazione Plumbbob nel sito di prove del Nevada, 65 miglia a nordovest di Las Vegas: 29 esplosioni nucleari che diffondono radiazioni sufficienti a provocare, secondo le stime, 32.000 casi di cancro alla tiroide tra i civili dell’area; g) circa 18.000 militari partecipano alle fasi Desert Rock VII and VIII, intese a controllare la reazione media mentale e psicologica della fanteria in caso di battaglia nucleare; 1958: a) circa 300 membri della marina americana vengono esposti a radiazioni quando il distruttore Mansfield fa esplodere 30 bombe nucleari al largo delle Pacific Islands nel corso dell’operazione Hardtack; b) l’AEC rilascia materiale radioattivo su Point Hope (Alaska), dove vivono gli Inupiat, nel corso di un esperimento sul terreno denominato “Project Chariot”; 1961: l'esercito francese utilizza i suoi soldati come cavie durante i primi test atomici nel deserto del Sahara e nella Polinesia francese; 1954: dopo il test nucleare di Castle Bravo, il governo americano analizza i cittadini delle Isole Marshall che erano stati esposti alla pioggia radioattiva per il valore di 180 rad; 236 cittadini furono seriamente esposti alla pioggia radioattiva, uno morì e tutti gli altri manifestarono enormi problemi da esposizione alle radiazioni che si diluirono nel tempo creando in particolare la nascita dei cosiddetti "bambini gelatina"; 1963: i ricercatori dell’università di Washington irradiano direttamente i testicoli di 232 detenuti per studiare gli effetti delle radiazioni sulle loro funzioni. Quando più tardi vengono liberati e procreano, i figli di almeno quattro mostrano difetti alla nascita. Il numero esatto non è noto perché i ricercatori non hanno mai effettuato un follow up per verificare gli effetti a lungo termine degli esperimenti; 07/02/2001: la Nato ammette di aver lanciato durante il conflitto kosovaro almeno 31.000 (trentunomila) proiettili all'uranio; dal 2001 a tutt’oggi: tonnellate di sementi vengono irradiate in Tatarstan con Cesio 137 per aumentarne la resa quantitativa; 1991 e 2003: durante la prima guerra (1991) del golfo vengono riversate in Iraq 300 ton. di uranio impoverito; durante la seconda (2003) da 1.000 a 2.000 ton. L’incidenza dei tumori maligni infantili passa da 3,98 su 100.000 a 10,7 su 100.000 in soli 10 anni (1990-1999).
E (senza parlare delle 2.031 testate nucleari fatte esplodere fra il 1945 4 il 1993, fra cui 511 test atmosferici di 438 megatoni, pari a 29.000 bombe come quelle di Hiroshima) MI FERMO QUI!
Come si vede la storia del nucleare è costellata di nefandezze: alcune di esse sono veri e propri crimini che evocano quel passato che infastidisce il professore. Un noto ricercatore statunitense ebbe da dichiarare dopo la scoperta delle sperimentazioni su incolpevoli cavie umane negli USA: “ Ha il tocco di Buchenwald”. Queste, invece, le parole di O'Leary, Ministro dell’Energia Statunitense, il 7 maggio 1993, denunciando le organizzazioni governative che, con lo stesso avvallo dell’AIEA, avevano condotto esperimenti segreti, pericolosi e certamente immorali su cittadini americani: "Noi siamo stati avvolti in un sudario ed annebbiati da un'atmosfera di segretezza. E direi di più: chiamerei tutto ciò repressione."
Storie ormai passate? No! Perché sono intrinseche ad una energia non gestibile ed incontrollabile sul piano della sicurezza per l’intera umanità. No! Perché è ipocrita la suddivisone fra militare bellico e civile. No! Perché è assurdo (ed uso un eufemismo) investire in future centrali di “nuova generazione”, quando non stiamo riuscendo a risolvere il problema di quelle esistenti e delle scorie che hanno generato. È come costruire una bella casa al posto di quella vecchia su un terreno franoso.
Capisco l’emozione dell’elefante di fronte alla formule, all’entusiasmante (e lo dico senza ironia!) energia nucleare. Ma il nucleare, nonostante tutti gli sforzi e ragionando in termini etici…non si scinde. In pratica non c’è un nucleare buono o un nucleare cattivo. C’è solo un nucleare potenzialmente dannoso per tutti. In tutte le cose, in natura e al mondo, esiste un lato positivo ed uno negativo. La ragione sociale ed etica deve pretendere che si affermi quello positivo, ovvero tutto ciò che fa progredire l’umanità: e per progresso si intendono tutte le forme sociali, le tecnologie e gli strumenti che consentono di investire in un futuro sicuro (nel senso di assicurato, prima che migliore). La polluzione nucleare che abbiamo già in eredità ci porterà, se non interveniamo in tempo, ad un punto di intersezione fra aspettative e possibilità oggettive. Lentamente, ma inesorabilmente.
Continui il professore i suoi studi teorici, ma si assuma una responsabilità sociale che vada oltre il limite della propria esistenza e di quella dei propri figli e nipoti!
Da topolino non ho l’ampia e spaziante veduta dell’elefante, ma camminando rasoterra e con il capo chino mi sto accorgendo di inquietanti fenditure del terreno. Devo avvisare l’elefante di non essere troppo pesante con i suoi passi per evitare un’improvvisa voragine che lo possa inghiottire. Perchè, in fin dei conti, gli voglio bene!
Caro professore, scusi se mi ribello al suo immenso sapere, ma “l’obbedienza non è ormai più una virtù”, come diceva don Milani, di cui mi piace citare queste altre parole che dedico a lei, scienziato contro la guerra, affinchè possano confortarla e aiutarla (lo dico con umiltà) a riflettere anche sul dualismo nucleare civile/nucleare bellico: “Quando si tratta di due persone che compiono un delitto insieme, per esempio il mandante e il sicario, voi gli date un ergastolo per uno e tutti capiscono che la responsabilità non si divide per due. Un delitto come quello di Hiroshima ha richiesto qualche migliaio di corresponsabili diretti: politici, scienziati, tecnici, operai, aviatori. Ognuno di essi ha tacitato la propria coscienza fingendo a se stesso che quella cifra andasse a denominatore. Un rimorso ridotto a millesimi non toglie il sonno all'uomo d'oggi. E così siamo giunti a quest'assurdo che l'uomo delle caverne se dava una randellata sapeva di far male e si pentiva. L'aviere dell'era atomica riempie il serbatoio dell'apparecchio che poco dopo disintegrerà 200.000 giapponesi e non si pente. A dar retta ai teorici dell'obbedienza e a certi tribunali tedeschi, dell'assassinio di sei milioni di ebrei risponderà solo Hitler. Ma Hitler era irresponsabile perché pazzo. Dunque quel delitto non è mai avvenuto perché non ha autore. C'è un modo solo per uscire da questo macabro gioco di parole. Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto. A questo patto l'umanità potrà dire di aver avuto in questo secolo un progresso morale parallelo e proporzionale al suo progresso tecnico”.
In conclusione cosa può dire il topolino all’elefante? Semplicemente questo, scomodando Bertolt Brecht: “Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente”.
E se qualcuno, quindi, si sente offeso da queste mie considerazioni, non mi dia la colpa: non dipende da me. Piuttosto è la verità che offende.
MASSIMO BONFATTI
PRESIDENTE DI MONDO IN CAMMINO
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