domenica 26 settembre 2010

A chi tocca?


Da qualche mese un cumulo enorme di macerie fa bella mostra di sè in fondo alla passegiata del lungo lago XXV Aprile, a Lavena. I calcinacci e tutto il resto sono il risultato della demolizione di alcune costruzioni fatiscenti ( e pericolanti) che hanno a lungo deturpato questo che è uno degli angoli caratteristici del nostro borgo.
A chi tocca lo smaltimento degli inerti, la cui evidenza non disturba meno delle vecchie case demolite, a loro modo dotate di un losco e pittoresco fascino?
A pochi passi da questo deposito, protetto da un alto muro e da svariati cancelli, un altro sito controverso attende da più di un anno la sua destinazione finale: parliamo della ex-filanda, o meglio la costruzione storica che ha ospitato per anni l'attività industriale della Tresa Plastica.
Dopo le polemiche e le recriminazioni, a distanza di mesi, anche qui nulla si muove.
Pareva che "il degrado" dell'area fosse così scandaloso che il progetto del mega albergo osteggiato da Legambiente avesse il merito salvifico di riscattare l'onore della popolazione lavenese. Il successivo progetto, su cui Legambiente ha sollevato solo poche obiezioni formali, adottato in gran spolvero dal Consiglio Comunale, giace ancora inoperoso.
Ora emerge la notizia che, prima di qualsivoglia operazione d ricostruzione o di "recupero" ( come viene definita un'operazione di profondo stravolgimento dell'esistente) sarà necessaria una , non meglio precisata, bonifica del sito.
Si è atteso parecchio, per fare un'opera che, pare, sia la condizione assolutamente necessaria per proseguire in qualsiasi altra direzione , per costruire o recupeare a scopo abitativo questo sito.
Anche a questo proposito ci sorgono dei dubbi : A chi tocca?
All'Immobiliare, presentatrice del progetto, come logica.
Ma chi controllerà che la bonifica ( si sono maneggiate sostanze chimiche, solventi dannosi e quant'altro, nella vecchia fabbrica dei bottoni!)sia fatta a regola d'arte?
L'Ufficio Tecnico? L'Arpa ( soggetto deputato)? Ci si limiterà ad apporre un timbro su un'autocertificazione di conformità o si verificherà per davvero la salubrità dell'ambiente?
Sono interrogativi che volteggiano in aria, come foglie d'autunno, in attesa di risposte chiare, certe e definitive.

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